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Comunicati stampa

A chiarirlo è l'Agenzia delle Entrate nella risposta all'interpello numero 472 del 12 luglio 2021.

Contributo a fondo perduto: la verifica delle operazioni senza fattura

Contributi a fondo perduto, anche le fatture fuori campo IVA rientrano nel calcolo del fatturato per determinare la somma prevista dal decreto Sostegni.

Contributi a fondo perduto, nel calcolo del fatturato per avere accesso alle somme previste dal decreto Sostegni devono essere conteggiate anche le fatture fuori campo IVA.

Lo chiarisce la risposta all’interpello numero 472 del 12 luglio 2021 dell’Agenzia delle Entrate.

Nel caso concreto, le fatture elettroniche fuori campo IVA per la vendita di terreni devono essere incluse nel calcolo per determinare il fatturato e determinare se il soggetto ha diritto al contributo a fondo perduto del decreto Sostegni.

Contributi a fondo perduto, nel calcolo anche le fatture fuori campo IVA

contributi a fondo perduto sono oggetto dei chiarimenti della risposta all’interpello numero 472 del 12 luglio 2021 dell’Agenzia delle Entrate.

Il documento di prassi chiarisce che le fatture elettroniche fuori campo IVA devono essere considerate nel calcolo del fatturato per la determinazione del contributo spettante, in base a quanto previsto dall’articolo 1, n. 4 del decreto numero 41 del 2021, ovvero il decreto Sostegni.

Lo spunto per i chiarimenti nasce ancora una volta dal caso concreto presentato dall’istante, una società che ha venduto dei terreni agricoli che in precedenza venivano affittati.

L’istante spiega che le tre fatture elettroniche del 2019 sono fuori campo IVA, ai sensi dell’articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, ovvero il decreto IVA.

o stesso chiede chiarimenti sull’inclusione o meno di tali fatture nell’ammontare complessivo del fatturato ai fini del contributo previsto dall’articolo 1 del decreto Sostegni.

L’Amministrazione finanziaria chiarisce che le somme devono essere conteggiate e motiva la propria interpretazione.

Contributi a fondo perduto, i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

Prima di fornire i chiarimenti del caso, l’Agenzia delle Entrate richiama il quadro normativo di riferimento.

Nello specifico, l’articolo 1, comma 1 del decreto Sostegni ha previsto il riconoscimento di:

“un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti titolari di partita Iva, residenti o stabiliti nel territorio dello Stato, che svolgono attività d’impresa, arte o professione o producono reddito agrario.”

Viene inoltre richiamato quanto chiarito in alcune circolari:

La seconda circolare citata chiarisce che per la riduzione di fatturato:

“è necessario considerare tutte le somme che costituiscono il "fatturato” del periodo di riferimento [...], purché le stesse rappresentino ricavi dell’impresa di cui all’articolo 85 del TUIR (o compensi derivanti dall’esercizio di arti o professioni, di cui all’articolo 54, del medesimo TUIR)”

Tali somme devono essere considerate a causa del mancato allineamento tra la data di vendita dei bene o prestazione di servizi, se sono precedenti o successivi alla data di fatturazione.

Inoltre, il paragrafo 3 della circolare numero 5/E del 2021 spiega che lo stesso principio riguarda anche gli importi che costituiscono altri componenti di reddito.

In altre parole tale principio non deve essere riferito esclusivamente ai ricavi di cui all’articolo 85 del TUIR.

In conclusione, l’Agenzia delle Entrate sottolinea quanto segue:

“In considerazione di ciò, nel caso di specie, seppur le operazioni oggetto dell’istanza non sono state oggetto di fatturazione in applicazione delle disposizioni IVA, le relative somme sono da ritenere incluse nella nozione di fatturato di cui al comma 4 dell’articolo 1 del decreto sostegni.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Data di pubblicazione: 12/07/2021

Fonte: Informazione fiscale 

Lo spiega la risposta all'interpello numero 465 del 7 luglio 2021 dell'Agenzia delle Entrate.

Imu e Tari, niente imposta di bollo per rateizzare l'accertamento | NT+  Fisco

IMU, TARI, TASI, le istanze di rateizzazione sono escluse dall'imposta di bollo. L'esenzione si applica anche alle richieste relative ad entrate di natura extra-tributaria o patrimoniale degli enti locali.

IMU, TARI, TASI, l’Agenzia delle Entrate lo specifica: le istanze di rateizzazione sono escluse dall’imposta di bollo.

A confermarlo è la risposta all’interpello numero 465 del 7 luglio 2021.

Le istanze di rateizzazione di avvisi di accertamento relativi a ICI, IMU, TARI, TASI e contributi di soggiorno che sono presentate dai cittadini al Comune hanno piena esenzione.

Lo stesso vale per le richieste relative ad entrate di natura extra-tributaria o patrimoniale degli enti locali come il canone di occupazione del suolo pubblico.

IMU, TARI, TASI: le istanze di rateizzazione sono escluse dall’imposta di bollo

Per le istanze di rateizzazione relative a IMUTARITASI e altri tributi locali non è esclusa l’applicazione dell’imposta di bollo.

 

I chiarimenti arrivano dall’Agenzia delle Entrate nella risposta all’interpello numero 465 del 7 luglio 2021.

Lo spunto nasce dai quesiti posti dall’ente pubblico istante che intende conoscere il trattamento tributario da applicare alla documentazione in esame.

L’Agenzia delle Entrate fornisce i chiarimenti del caso, richiamando il quadro normativo di riferimento.

Nello specifico viene citato il Dpr n. 642 del 1972 che stabilisce quale documentazione è soggetta ad imposta di bollo.

Nello specifico il tributo deve essere corrisposto fin dall’origine per tutte le istanze per l’ottenimento dell’emanazione di un provvedimento amministrativo da parte della Pubblica Amministrazione, in base a quanto previsto dall’articolo 3, comma 1 tariffa, allegato A al decreto citato.

Nella tabella B, tuttavia, sono state individuate le ipotesi di atti e documenti esenti in modo assoluto da tale tassazione.

L’articolo 5 prevede l’esenzione per le “Istanze di rimborso e di sospensione del pagamento di qualsiasi tributo, nonché documenti allegati alle istanze medesime”.

Viene inoltre riportato quanto precisato dalla risoluzione ministeriale n. 450267 del 1977 e ribadito dalla risoluzione dell’Agenzia n. 55/2011:

"l’ampia formulazione di cui all’articolo 5, ricomprende nella sua sfera d’applicazione le domande che si propongono come fine, diretto o indiretto, di ottenere una sospensione o dilazione del pagamento di qualsiasi tributo".

In conclusione, quindi, è prevista l’esenzione per le istanze di rateizzazione con oggetto avvisi di accertamento riguardanti i tributi locali: ICI, IMU, TASI, TARI e contributo di soggiorno.

Esenzione imposta di bollo: anche per le entrate di natura extra-tributaria e patrimoniale

La risposta dell’Agenzia delle Entrate supera anche le limitazioni della soluzione proposta dall’istante.

A parere dell’Amministrazione finanziaria, infatti, vengono ricomprese nell’esenzione dall’imposta di bollo anche le istanze di rateizzazione connesse alle entrate di natura extra-tributaria o patrimoniale degli enti territoriali.

Tra queste rientrano, ad esempio:

  • il canone per l’occupazione del suolo pubblico;
  • i contributi per i servizi educativi e scolastici.

In questo caso la disposizione da prendere a riferimento è il comma 4 dell’articolo 5 della tabella allegata al decreto che disciplina l’applicazione dell’imposta di bollo.

La norma esenta in modo assoluto dall’imposta di bollo:

 

“Atti e copie relativi al procedimento anche esecutivo, per la riscossione dei tributi, dei contributi e delle entrate extra tributarie dello Stato, delle regioni, delle province, dei comuni e delle istituzioni pubbliche di beneficienza, dei contributi e delle entrate extra tributarie di qualsiasi ente autorizzato per legge ad avvalersi dell’opera dei concessionari del servizio nazionale di riscossione.”

In base a quanto previsto dai riferimenti normativi citati risulta chiaro che anche le istanze di rateizzazione in esame, dal momento che sono atti del procedimento di riscossione delle entrate extra-tributarie degli enti locali, sono esenti dall’imposta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Data di pubblicazione: 09/07/2021 

Fonte: Informazione fiscale 

 

I chiarimenti dell'interrogazione a risposta immediata della commissione Finanze della Camera del 7 luglio 2021.

Superbonus 110%, arrivano anche i chiarimenti del Governo

Superbonus 110 per cento, le pertinenze non devono essere considerate nel numero di edifici di un singolo proprietario ma rientrano nel calcolo dei limiti di spesa degli interventi agevolabili.

Superbonus 110 per cento, in quali calcoli rientrano le pertinenze?

I chiarimenti arrivano durante l’interrogazione a risposta immediata della commissione Finanze della Camera del 7 luglio 2021.

Nel caso di interventi agevolabili su edifici residenziali di un unico proprietario, le pertinenze, anche se accatastate separatamente rispetto alle abitazioni, non rientrano nel calcolo dei numero massimo di unità abitative.

Diversamente, devono essere prese in considerazione quando si intende determinare il tetto massimo di spesa.

Superbonus 110 e pertinenze, in quali calcoli rientrano?

Tra i vari aspetti relativi al superbonus 110 per cento, sui quali sono stati forniti chiarimenti durante l’interrogazione a risposta immediata della commissione Finanze della Camera del 7 luglio 2021, c’è quello delle pertinenze.

La risposta 5-06256, che ha come oggetto i Chiarimenti sull’applicazione del Superbonus a talune tipologie di edifici e di interventi edili., si sofferma anche sugli aspetti del calcolo in cui devono essere tenute in considerazione le pertinenze.

In risposta all’interrogazione, innanzitutto viene richiamato quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2021.

 

La legge 30 dicembre 2020, n. 178 ha modificato il comma 9, lettera a), dell’articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020, ovvero il decreto Rilancio, includendo tra i soggetti beneficiari del superbonus anche le persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte o professione, con riferimento agli interventi finalizzati al risparmio energetico o antisismici.

Gli interventi in oggetto, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2021, devono essere realizzati su edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, posseduti da un unico proprietario o in comproprietà tra più persone fisiche.

Il numero massimo di unità immobiliari è dunque di quattro e l’agevolazione spetta anche se gli interventi agevolabili sono realizzati sulle parti comuni di edifici, non in condominio.

Nel corso dell’audizione viene sottolineato quanto segue:

“Pertanto, ai fini del computo delle unità immobiliari che compongono l’edificio non in condominio, le pertinenze non debbano essere considerate autonomamente anche se distintamente accatastate.”

In altre parole, prendendo l’esempio pratico di un proprietario di quattro unità immobiliari e quattro pertinenze distintamente accatastate, si ha diritto all’agevolazione in quanto viene rispettato il numero massimo di quattro unità immobiliari (le pertinenze non contano).

Su questa linea si inseriscono diversi documenti di prassi dell’Agenzia delle Entrate.

Superbonus 110 e pertinenze, rientrano nel calcolo del limite di spesa

Diverso è invece il criterio da utilizzare per determinare il tetto massimo di spesa agevolabile.

Per quanto riguarda i limiti delle spese sostenibili per gli interventi che rientrano nell’agevolazione introdotta dal decreto Rilancio, la risposta all’interrogazione in commissione Finanze chiarisce quanto segue:

 

“Le pertinenze rilevano, invece, ai fini della determinazione del limite di spesa ammesso al Superbonus nel caso di interventi realizzati sulle parti comuni qualora tale limite sia determinato in base al numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio oggetto di interventi.”

Rimanendo sull’esempio citato in precedenza, quello cioè di un edificio composto da quattro unità abitative e quattro pertinenze, si dovrà tenere conto delle stesse.

Nel caso in questione si dovrà moltiplicare per otto il limite di spesa previsto per ciascuno degli interventi che i contribuenti intendono realizzare.

 

In sostanza si delinea un doppio binario per le pertinenze: da un lato sono escluse nel calcolo del numero degli immobili di un singolo proprietario, dall’altro rientrano nel numero di unità abitative che determinano il limite di spesa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Data di pubblicazione: 08/07/2021 

Fonte: Informazione fiscale