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Comunicati stampa

Dal comunicato MEF numero 143 del 14 luglio 2021.

FiscoOggi.it - Isa 2020: pronti gli interventi e gli aggiornamenti necessari

ISA 2020, i dati e le statistiche sui soggetti che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale relativi all'anno di imposta 2019 sono stati pubblicati dal Dipartimento Finanze del MEF. Le informazioni su reddito medio, distribuzione territoriale e punteggi sono state diffuse. Disponibile anche un portale dedicato, realizzato dall'Agenzia delle Entrate.

 

ISA 2020, i dati relativi ai soggetti che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale sono stati pubblicati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

A renderlo noto è il comunicato stampa del MEF numero 143 del 14 luglio 2021.

Vengono messi in evidenza i dati più significativi rispetto alla platea dei contribuenti e delle partite IVA, rilevati grazie alle dichiarazioni dei redditi 2020 che si riferiscono al periodo d’imposta 2019.

Dal reddito medio alla distribuzione sul territorio viene scattata una fotografia dei soggetti ISA, le cui informazioni sono raccolte e organizzate anche in un apposito portale realizzato dall’Agenzia delle Entrate.

ISA 2020, dati e statistiche MEF su lavoratori e partite IVA

 

Il Dipartimento delle Finanze ha pubblicato le statistiche relative agli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale, basate sulle dichiarazioni delle persone fisiche titolari di partita IVA 2020, che si riferiscono al periodo d’imposta 2019.

Il comunicato stampa del MEF numero 143 del 14 luglio 2021 scatta una fotografia dei soggetti che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale che, a partire dal 2018, hanno sostituito gli Studi di Settore.

Come sottolinea il comunicato stesso:

“i nuovi indicatori statistici introdotti dall’Agenzia delle Entrate per valutare l’affidabilità fiscale di imprese e lavoratori autonomi, concepiti con l’obiettivo di passare da strumenti con mera funzione di controllo a strumenti basati sull’adempimento spontaneo degli obblighi tributari e che stimolino la cooperazione tra Fisco e contribuenti.”

Le cosiddette “pagelle fiscali” interessano una platea di 2.740.641 contribuenti, il 18 per cento in meno confrontando il 2019 con il 2018.

Un calo che però è conseguenza dell’estensione del regime forfettario fino ai 65.000 euro di reddito annuale, prevista della Legge di Bilancio 2019. Nel regime agevolato, che non prevede l’applicazione degli ISA, sono confluite molte delle partite IVA.

Per quanto riguarda la distribuzione sul territorio, la ripartizione dei contribuenti nel 2019 è la seguente:

  • il 52 per cento nel Nord Italia;
  • il 27 per cento nel Sud e Isole;
  • il 21 per cento al Centro.

A livello di distribuzione per macro settore economico, invece, prevale il settore dei servizi con il 53 per cento dei 175 ISA previsti.

A livello reddituale, si è registrato un innalzamento, probabilmente causato dalle modifiche al regime forfettario citate in precedenza:

“Con gli ISA 2019 i ricavi e i compensi medi dichiarati dai soggetti sono pari a 288.400 euro, in notevole aumento (+15,6%) rispetto al periodo d’imposta precedente, principalmente a causa delle maggiori adesioni al regime forfetario: lo spostamento delle posizioni con minori ricavi/compensi verso il regime agevolato ha, dunque, incrementato il valore medio dei ricavi/compensi.”

Nello specifico i redditi suddivisi per categorie sono i seguenti:

  • 37.500 euro per le persone fisiche;
  • 45.650 euro per le società di persone;
  • 34.670 euro per le società di capitali ed enti.

Infine, in relazione ai punteggi ottenuti, circa il 38 per cento dei soggetti raggiunge almeno l’8 (in una scala da 1 a 10).

Nel complesso sono 1.049.803 i contribuenti con punteggio elevato, in linea con il dato relativo all’anno precedente.

Per ulteriori dettagli sul rapporto si può consultare consultare i dati diffusi con il comunicato stampa e pubblicati sul sito del Dipartimento delle Finanze del MEF.

ISA, il portale dedicato a dati e statistiche

Per approfondire i diversi aspetti legati ai soggetti che applicano gli ISA, può essere utile il portale dedicato, realizzato dall’Agenzia delle Entrate.

Il sito dà la possibilità di consultare le statistiche dei dati acquisiti dall’Anagrafe tributaria, ottenuti grazie ai modelli inviati inviati dai soggetti ISA relativi agli anni di imposta 2018 e 2019.

Le informazioni possono essere lette con diversi livelli di dettaglio e criteri di aggregazione.

Si possono consultare i dati in base alla tipologia di contribuente secondo i seguenti livelli di dettaglio:

  • dati nazionali;
  • macroaree economiche;
  • dati regionali;
  • singoli ISA.

Sono inoltre presenti tre sottosezioni:

  • “Ricavi/Compensi (media)”
  • “Valore Aggiunto (media)”;
  • “Reddito (media)”.

Una parte del portale è dedicata ai punteggi medi per tutti gli indicatori elementari di anomalia, che concorrono a formare il punteggio ISA totale.

Nell’area del sito compaiono anche le frequenze con le quali gli indicatori sono stati verificati.

Nella parte dedicata al livello regionale, vengono presentati i dati distinti per numero di contribuenti, di addetti, valore medio dei ricavi/compensi e dei redditi, valore medio del punteggio ISA con e senza anomalie.

 

La consultazione e la comprensione delle informazioni è facilitata mediante l’utilizzo di grafici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Data di pubblicazione: 15/07/96

Fonte: Informazione fiscale

I contribuenti Isa che hanno optato per la rateizzazione delle imposte, dovranno ricalcolare gli interessi per i pagamenti delle rate successive al 15 settembre 2021.

Proroga imposte 2021: nuova scadenza per i versamenti dei Soggetti ISA

 

2 minuti, Redazione Fisco e Tasse 14/07/2021

Soggetti Isa e versamento imposte: rateizzazione e calcolo interessi dopo la proroga

I contribuenti Isa che hanno optato per la rateizzazione delle imposte, dovranno ricalcolare gli interessi per i pagamenti delle rate successive al 15 settembre 2021Con l'introduzione della possibilità, prevista dal nuovo articolo 9-ter al testo del Disegno di legge di conversione in legge del Sostegni bis, non ancora convertito in legge, per i contribuenti soggetti agli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa), di effettuare i pagamenti delle imposte risultanti dalle dichiarazioni dei redditi in scadenza dal 30 giugno al 31 agosto, entro il 15 settembre 2021, senza alcuna maggiorazione, sorge il problema, per coloro che hanno scelto il pagamento rateale, di dover ricalcolare gli interessi per i pagamenti successivi a tale data, ovvero, per le rate con scadenza successiva al 31 agosto (in sostanza,quelle a partire dal 16 settembre), tenendo in considerazione le scadenze scelte con il primo pagamento della prima rata.

Diversamente dalle precedenti proroghe, il piano di rateazione scelto dal contribuente rimane inalterato.

I soggetti ammessi possono decidere anche di non beneficiare della proroga, e di versare le imposte alle scadenze ordinarie, ovvero, superata la scadenza del 30 giugno, entro il 30 luglio con la maggiorazione dello 0,40 o con i piani di rateazione ordinari. Ricordiamo che, secondo le regole ordinarie, i contribuenti titolari di partita IVA (persone fisiche) che optano per il pagamento rateale delle imposte dovute a titolo di saldo e di primo acconto, devono effettuare il pagamento della prima rata entro:

 

  • il 30 giugno 2021 
  • ovvero entro il 30 luglio 2021 maggiorando l’importo dovuto dello 0,40 per cento a titolo d’interesse corrispettivo.

 

Sugli importi rateizzati sono dovuti gli interessi nella misura del 4% annuo, da calcolarsi secondo il metodo commerciale (si considerano 360 i giorni dell’anno e tutti i mesi di 30 giorni), tenendo conto del periodo decorrente dal giorno successivo a quello di scadenza della prima rata fino alla data di scadenza della seconda. 

Si ricorda che gli interessi da rateazione non devono essere cumulati all’imposta, ma devono essere versati separatamente.

Sulle rate successive alla prima, pertanto si applicano gli interessi indicati nella seguente tabella che riporta anche le scadenze ordinarie delle singole rate:

 

RATA

VERSAMENTO

(primo versamento il 30.06)

INTERESSI %

VERSAMENTO
(primo versamento il 30.07 con maggiorazione)
in questo caso l’importo da rateizzare deve essere preventivamente maggiorato dello 0,40 per cento

INTERESSI %

30 giugno

0,00

30 luglio

0,00

16 luglio

0,18

20 agosto

0,18

20 agosto

0,51

16 settembre

0,51

16 settembre

0,84

18 ottobre

0,84

18 ottobre

1,17

16 novembre

1,17

16 novembre

1,50

 

 

 

Soggetto Isa persona fisica che usufruisce della proroga e calcolo interessi sulle rate

Come abbiamo detto, la proroga non incide sul piano di rateazione scelto dal contribuente.

Pertanto, prendendo ad esempio il caso di un contribuente soggetto Isa, titolare di partita Iva, che abbia scelto di pagare in 5 rate effettuando il primo versamento il 30 giugno 2021, potrà mantenere lo stesso piano di rateazione, ma senza pagare interessi, per le due rate in scadenza dal 30 giugno al 31 agosto 2021 (seconda rata del 16 luglio e terza del 20 agosto). 

 

Dovrà invece pagare le altre 2 rate il 16 settembre e il 18 ottobre, e su queste ultime dovrà calcolare gli interessi del 4% annuo a partire dalla rata in scadenza il 16 settembre 2021, riepilogando:

 

  • il 15 settembre, dovrà versare le rate con scadenza 16 luglio e 20 agosto (solo l'importo della 2° e 3° rata senza interessi),
  • il 16 settembre, dovrà versare la 4° rata (applicando gli interessi calcolati per 1 giorno, pari allo 0,01%);
  • il 18 ottobre, dovrà versare la 5° rata (applicando gli interessi pari allo 0,33%) .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Data di pubblicazione: 14/07/2021

Fonte: Informazione fiscale

 

 

 

Interviene per rafforzare la tutela dei professionisti nei confronti delle imprese considerate contraenti forti.

Equo compenso, il tema torna all'esame della Camera

iforma equo compenso professionisti: è approdato in Aula alla Camera il Disegno di Legge che dovrebbe introdurre importanti novità e modificare l’attuale disciplina.

L’8 luglio 2021 si è svolta la discussione generale in Assemblea e nei prossimi giorni dovrebbe intervenire l’approvazione del primo ramo del Parlamento.

La proposta di legge n. 3179, che va a sostituire quelle precedenti avanzate sul medesimo argomento, mette in campo rilevanti elementi innovativi, come l’estensione della platea dei professionisti a cui applicare i parametri prescritti e il rafforzamento della tutela nei confronti delle imprese ritenute contraenti “forti”.

Nella formulazione attuale, infatti, il DDL andrebbe ad estendere la garanzia dell’equo compenso non più ai soli professionisti iscritti agli ordini ma anche a tutti coloro che svolgono professioni non ordinistiche.

 

Di seguito un quadro sulle modifiche che potrebbero vedere la luce e che, secondo i promotori, dovrebbero finalmente rendere effettivo il principio sancito dall’articolo 2233 del Codice Civile in base al quale il compenso corrisposto dall’impresa committente al professionista deve essere proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto.

Riforma equo compenso professionisti: cosa prevede il Disegno di Legge in esame alla Camera

Il disegno di legge sull’equo compenso di cui si sta discutendo ora alla Camera è composto da 12 articoli che intervengono sulla disciplina in materia di prestazioni professionali in favore di imprese e, tra le modifiche più rilevanti, estendono l’ambito soggettivo della garanzia.

Le regole aggiornate sulla tutela del professionista, in base alle novità, si dovrebbero applicare anche ai professionisti non organizzati in ordini e collegi individuati dall’art.1, comma 2, della Legge del 14/01/2013 n. 4.

Per quanto riguarda i rapporti professionali, poi, lo schema normativo dovrebbe riferirsi a quelli regolati da qualsiasi tipologia di convenzione, preparatoria o definitiva, a patto che sia vincolante per il professionista e che abbia ad oggetto lo svolgimento, anche in forma associata o societaria, delle attività professionali prestate in favore di committenti.

In particolare, si tratta di soggetti che, nei fatti, detengono una posizione di vantaggio nel rapporto contrattuale e che la norma individuerebbe nei seguenti soggetti:

  • tutte le imprese bancarie e assicurative;
  • imprese che nel triennio precedente al conferimento dell’incarico rispettino alternativamente le seguenti condizioni:
    • abbiano occupato alle proprie dipendenze più di 50 lavoratori, dai 60 previsti dalla disciplina attuale;
    • abbiano presentato ricavi annui superiori a 10 milioni di euro.
  • enti della pubblica amministrazione e agenti della riscossione.

Equo compenso: la nullità delle clausole contrattuali contrarie alla disciplina

Oltre a modificare i contorni della platea dei destinatari, la proposta di legge sull’equo compenso andrebbe a riformare anche il merito della disciplina aggiungendo ben nove commi ai tre di cui si compone il citato articolo 2233 del Codice Civile.

La noma, così riformulata, andrebbe a stabilire la nullità delle clausole che prevedano un compenso al di sotto dei parametri stabiliti dai decreti ministeriali o che diano vita ad un qualsivoglia squilibrio nei rapporti contrattuali tra professionista e impresa.

Nell’accordo non possono essere inseriti i seguenti punti:

  • il divieto per il professionista di pretendere acconti nel corso della prestazione;
  • l’imposizione per il professionista di anticipazione delle spese;
  • ogni regola che attribuisca al committente vantaggi sproporzionati rispetto alla quantità e alla qualità del lavoro svolto o del servizio reso.

Sarà comunque il giudice, poi, a rideterminare il compenso iniquo ed eventualmente a condannare l’impresa al pagamento di un indennizzo in favore del professionista.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Data di pubblicazione: 13/07/2021 

Fonte: Informazione fiscale