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CAA

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo di riforma dell’Agea. «Con la riforma di Agea – ha detto il ministro competente e proponente, Martina, avviamo un percorso di riforma e ci dotiamo di strumenti più utili per rendere più puntuali ed efficienti i pagamenti degli aiuti europei agli agricoltori. È uno dei nodi più difficili con i quali ci siamo confrontati in questi anni, e puntiamo a un miglioramento complessivo del sistema».

I punti cardine della riforma sono i seguenti:

- migliorare la qualità dei servizi erogati alle imprese agricole. A questo scopo si interviene per valorizzare il ruolo dei Centri di assistenza agricola (Caa), con maggiore trasparenza, efficienza e tutela degli agricoltori;

- rendere più efficienti e tempestivi i pagamenti. Per questo si rafforza l’integrazione anche informatica tra Agea e gli organismi pagatori regionali e si interviene con modifiche sostanziali sul Sian che diventa sistema unico per la gestione dei servizi essenziali trasversali; 

- razionalizzare e contenere la spesa con la riorganizzazione di Agecontrol all’interno di Agea.

- BRUXELLES - Dai 3,4 ai 9,7 miliardi in meno in sette anni, dopo il 2020. Questo sarebbe l'effetto sull'Italia di un ipotetico taglio del bilancio Pac dal 15 al 30% secondo un documento della Direzione generale agricoltura della Commissione Ue, di cui l'ANSA ha preso visione. Il testo fa parte dei documenti di simulazione realizzati da diverse Dg in risposta ai tre scenari principali proposti da Bruxelles nella comunicazione sul futuro bilancio pluriennale Ue, che dovrà fare i conti con il post Brexit.

Il primo scenario, denominato 'di riferimento', applica un taglio lineare degli stanziamenti attuali Pac del 15% a prezzi correnti, il secondo ripete l'esercizio con tagli del 30%, mentre la terza ipotesi è quella dello status quo. Oltre a mostrare l'impatto sulle casse dei diversi paesi, la Dg Agri difende il capitolo di bilancio della Pac elencando gli effetti negativi sulle aziende agricole grandi e piccole, sulla stabilità del reddito degli agricoltori e sui diversi settori, con allevamento, cereali e colture proteiche a soffrire di più.

Nel testo si esamina anche l'ipotesi del co-finanziamento nazionale che "provocherebbe forti squilibri tra Paesi", minando alle fondamenta "il mercato unico dei prodotti agricoli". Nello scenario ipotizzato di una partecipazione finanziaria del 30% da parte dei paesi alla spesa per gli aiuti diretti agli agricoltori, il saldo sarebbe positivo per alcuni contributori netti. Per Italia, Germania e Olanda i risparmi teorici dei contributi al bilancio Pac eccederebbero i costi addizionali per il co-finanziamento.

Simulazioni Commissione per bilancio post 2020 dopo Brexit

Fonte -  ANSA

Con la Conferenza sulla nuova Pac tenutasi a Bruxelles lo scorso 7 luglio, la Commissione europea ha incominciato a delineare quali saranno le nuove strategie da mettere in campo.

Il primo semestre del 2017 l’Europa agricola è stata un cantiere aperto. La Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica della durata di tre mesi (2 febbraio – 2 magio 2017) per raccogliere le opinioni dei cittadini europei sulla Pac post 2020, in vista della Conferenza di Bruxelles finalizzata a illustrare i risultati della consultazione pubblica e per delineare i temi principali che riguarderanno il futuro dell’Europa rurale.
Tutti i Paesi membri hanno risposto a 28 domande chiuse (scelta multipla), 5 domande aperte e la possibilità di caricare documenti concisi come i documenti di posizione, riguardante tre aree principali:

1. l’agricoltura, le zone rurali e la Pac oggi;

2. obiettivi e governance;

3. agricoltura, aree rurali e Pac domani.

A Bruxelles sono arrivate 322.912 contributi da tutti gli Stati membri dell’Ue, con la Germania in pole position con il 45,6% di proposte e suggerimenti e, a seguire, la Francia con il 12,5% e a poca distanza l’Italia con l’11,9%.
I contributi tecnici sono pervenuti da parte delle organizzazioni di categoria, privati, enti, professionisti, ecc.
La Conferenza del 7 luglio ha visto la presentazione dell’esito della consultazione che ha riguardato i temi della Conferenza sulla Pac:

– dimensioni economiche e ambientali;

– dimensioni sociali: cibo, aree rurali, crescita e occupazione.

Dalle affermazioni della Commissione si evince con chiarezza che le parole chiave della nuova Pac saranno: crescita, sviluppo sostenibile, cibo, occupazione, vitalità delle aree rurali; rispetto alla Pac attuale – fortemente incentrata sull’ambiente e sullo sviluppo sostenibile – la crescita, l’occupazione e il cibo sono obiettivi nuovi e/o rafforzati.
In particolare si incominciano anche ad intravedere i nuovi obiettivi della nuova Pac che riguarderanno:

– promuovere un’agricoltura SMART (intelligente), rafforzando competitività e innovazione;

– promuovere un’agricoltura RESILIENTE rafforzando la posizione degli agricoltori nella catena alimentare;

– incoraggiare un’economia rurale VIBRANT (vitale) promuovendo la crescita e l’occupazione nelle aree rurali e incoraggiando il rinnovo generazionale;

– creare BRIDGES (ponti) con altre politiche (ambiente, clima, occupazione, società, istruzione, nutrizione, sanità pubblica, commercio, ecc.);

– migliorare la GOVERNANCE migliorando la diversità esistente nell’ambito dell’agricoltura dell’UE, semplificando la Pac e attuando strumenti di costo-efficacia, rafforzando l’attenzione sui risultati.
Nel frattempo il dibattito si anima per verificare come questi obiettivi possono essere meglio soddisfatti e riflettere su idee più ampie del dibattito pubblico in corso riguardante le problematiche emerse nel corso di questa ultima programmazione, è in tal senso, è in corso di elaborazione una serie di possibili opzioni politiche, brevemente descritte di seguito:

– L’opzione 1 (baseline) valuterà l’impatto della rimanenza della Pac attualmente in atto, ad eccezione delle semplificazioni già adottate o proposte, incluse nel Regolamento Omnibus, sulla base delle più recenti prospettive del mercato agricolo sviluppate dai servizi della Commissione.

– L’opzione 2 (nessuna politica); lo smantellamento della Pac non sarebbe conforme al Trattato, pertanto non realistico né auspicabile; questo scenario è comunque utile per dimostrare l’aggiunta di valore aggiunto dell’Ue alla Pac, nonché l’impatto economico, sociale e ambientale dell’assenza di un intervento politico a livello dell’Ue.
– L’opzione 3 vede che gli Stati membri / regioni programmano le azioni della Pac sulla base di esigenze identificate. Migliora l’attenzione sulla gestione dei rischi e sugli investimenti nella ristrutturazione e nello sviluppo delle imprese nelle PMI agricole e rurali. Esso mette l’accento sugli incentivi relativi ai cambiamenti climatici e ai servizi ambientali in un unico quadro di prestazioni e l’accesso a innovazione, conoscenze, ICT e infrastrutture a livello locale.

– L’opzione 4 prenderà in considerazione una ridefinizione della ripartizione dei compiti tra Ue, Stati membri e azienda agricola per migliorare la rete di sicurezza dei redditi con sinergie tra il sostegno diretto (compresi i pagamenti per superficie) e la gestione del rischio. Essa mira inoltre a collegare meglio la pratica aziendale agli obiettivi di azione ambientale e climatica a livello dell’Ue. Gli incentivi per integrare meglio le tecnologie esistenti e i risultati della ricerca e dell’innovazione (attraverso servizi di consulenza) contribuiranno a semplificare e modernizzare i controlli verso i risultati basati sulle prestazioni.

– L’opzione 5 prevede una forte ridistribuzione del sostegno da aziende agricole più grandi a quelle più piccole e rispettose dell’ambiente. Un “limite” obbligatorio mette un massimale assoluto sugli importi di pagamento diretto. Questa opzione promuove requisiti ambientali più rigorosi, catene di approvvigionamento corto e mercati locali. La nuova programmazione deve fare fortemente riferimento con i cambiamenti politici europei, dall’uscita dell’Inghilterra dalla Pac, alle elezioni politiche dei vari stati, le dispute tra i possibilisti e scettici dei vari concordati con alcune paesi, ecc. Insomma, la fine e l’inizio di questo scorcio 2017 e l’inizio del 2018 saranno decisivi per dare vita alla nuova politica agricola europea che ci proietterà nel terzo decennio del terzo millennio.
Fonte: Commissione europea.

Sito per aggiornamenti sul futuro Pac: https://ec.europa.eu/agriculture/consultations/cap-modernising/2017_en