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Spetta il superbonus, a certe condizioni, all'unico proprietario di 6 unità di cui 2 pertinenze accatastate distintamente. Le Entrate correggono un parere precedente.

Superbonus 110% fotovoltaico pertinenze: detrazione ok InvestireOggi.it

Con la Risposta a interpello n 397/2021 del 9 giugno l'Agenzia delle Entrate si corregge rispetto ad un precedente interpello, il n. 231/2021, (Superbonus - interventi antisismici realizzati su un edificio di un unico proprietario composto da unità abitative funzionalmente indipendenti e con accesso autonomo - Articolo 119 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 (decreto Rilancio).

In particolare, nel caso di specie essa chiarisce che "nel presupposto che le unità immobiliari su cui effettuare gli interventi siano parte del medesimo corpo di fabbrica, si ritiene che l'Istante unico proprietario dell'edificio possa accedere al Superbonus per le prospettate opere di intervento sismico, con limite massimo pari a 96.000,00 euro moltiplicato per le 6 unità immobiliari componenti il fabbricato oggetto del quesito", pertanto, per l'unico proprietario in questione il limite di spesa sarà pari a 576.000 euro come si calcolerebbe in un condominio a prevalente destinazione residenziale.

Il caso dell'interpello riguarda un istante unico proprietario che dichiara di:

  • voler realizzare interventi di miglioramento sismico su sei unità immobiliari di sua proprietà (due unità abitative e relative pertinenze e due unità immobiliari ad uso deposito non costituenti pertinenze di unità abitative), 
  • facenti parte di un unico fabbricato,
  • "funzionalmente indipendenti" 
  • e con la disponibilità di "almeno un accesso autonomo" dall'esterno. 

Trattandosi di un fabbricato, composto da 6 unità distintamente accatastate (di cui 2 pertinenziali ad una delle 2 abitazioni), di proprietà dell'Istante risulta applicabile quanto stabilito all'articolo 119, comma 9, lettera a) secondo cui sono ammessi al Superbonus anche:

  • gli edifici composti da due a quattro unità immobiliari
  • distintamente accatastate, 
  • posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche.

L'unico proprietario può beneficiare del Superbonus per gli interventi realizzati su un numero massimo di quattro unità immobiliari, fermo restando il riconoscimento delle detrazioni per gli interventi effettuati sulle parti comuni dell'edificio.

L'agenzia specifica che, come chiarito in risposta all'interrogazione in Commissione Finanze n. 5- 05839 del 29 aprile 2021, in assenza di specifiche indicazioni nella norma, ai fini del computo delle unità immobiliari, le pertinenze non devono essere considerate autonomamente, anche se distintamente accatastate, tenuto conto della ratio della modifica operata con la legge di bilancio 2021. 

Per la determinazione dei limiti di spesa ammessi al Superbonus, in analogia per gli interventi effettuati sulle parti comuni di un edificio in condominio, occorre tener conto del numero delle unità immobiliari di cui l'edificio è composto, incluse le pertinenze.

In relazione agli edifici posseduti da un unico proprietario, va verificato che l'edificio oggetto degli interventi sia residenziale nella sua interezza. 

Pertanto, è possibile fruire del Superbonus, solo qualora la superficie complessiva delle unità immobiliari destinate a residenza ricomprese nell'edificio sia superiore al 50% 

Resta esclusa, la possibilità di beneficiare del Superbonus per le spese relative ad interventi "trainati" realizzati sulle singole unità non residenziali. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Data di pubblicazione: 11/06/2021

Fonte: fisco e tasse 

Guida e informazioni utili in vista della scadenza del 16 giugno.

IMU 2021: la guida semplice per sapere chi la deve pagare e come si calcola  - Confabitare Roma

IMU 2021 per i terreni agricoli: chi paga e quali sono le esenzioni previste? Dalle regole sui soggetti obbligati alle istruzioni per il calcolo.

IMU 2021 per i terreni agricoli: tra soggetti obbligati ed esonerati, facciamo il punto su chi paga l’acconto entro la scadenza del 16 giugno.

Al netto delle esenzioni, l’IMU si paga anche sui terreni agricoli. Non vi sono novità da segnalare rispetto allo scorso anno, ma è bene riepilogare le istruzioni relative al calcolo e al versamento dell’imposta.

Le scadenze per pagare sono le stesse previste anche per gli immobili: il 16 giugno 2021 si versa la prima rata, ossia l’acconto dell’IMU. Il saldo si versa invece entro il 16 dicembre, considerando le nuove aliquote fissate dal Comune.

In merito ai soggetti non tenuti al versamento, partiamo dal ricordare che l’IMU 2021 non è dovuta sui terreni - compresi quelli edificabili - degli imprenditori agricoli e dei coltivatori diretti iscritti alla previdenza agricola e utilizzati per finalità agro-silvo-pastorale, silvicoltura, funghicoltura e allegamento di animali.

 

Secondo quanto previsto comma 741, articolo 1 della Legge n. 160/2019 (Legge di Bilancio 2020), tali terreni sono considerati non edificabili, e quindi esclusi dall’ambito applicativo dell’imposta. Come specificato dal MEF, l’esenzione IMU si applica non solo ai proprietari ma anche ai comproprietari del fondo.

IMU 2021 per i terreni agricoli: chi paga? Soggetti obbligati ed esenzioni

L’IMU 2021 è dovuta per il possesso di fabbricati (ad esclusione della prima casa), di aree fabbricabili e di terreni agricoli.

Sono obbligati a pagare l’imposta il proprietario o il titolare di altro diritto reale (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie), il concessionario nel caso di concessione di aree demaniali e il locatario in caso di leasing.

Il presupposto dell’IMU è quindi il possesso di fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli, ma per capire chi paga bisogna partire dai casi di esenzione.

Per quanto riguarda i terreni agricoli, l’IMU 2021 non si paga per quelli:

  • ubicati nei comuni menzionati nell’elenco di cui alla circolare del Ministero delle finanze n. 9 del 14 giugno 1993 (se accanto all’indicazione del comune è riportata l’annotazione parzialmente delimitato, sintetizzata con la sigla “PD”, significa che l’esenzione opera limitatamente ad una parte del territorio comunale);
  • ubicati nei comuni delle isole minori di cui all’allegato A annesso alla legge n. 448 del 2001;
  • a immutabile destinazione agrosilvo-pastorale a proprietà collettiva indivisibile e inusucapibile.

Non si paga l’IMU sulle aree fabbricabili possedute da IAP o CD (imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti), iscritti alla previdenza agricola e qualora tali terreni siano utilizzati a finalità agro-silvo-pastorale, silvicoltura, funghicoltura e allegamento di animali.

In tal caso, i terreni sono considerati non edificabili, ma per accedere all’esenzione è necessario ottenere un apposita attestazione da parte del Comune.

IMU terreni agricoli 2021, esenzione aree edificabile anche per i comproprietari senza requisiti

L’assimilazione ad area non edificabile di terreni fabbricabili è estesa anche al comproprietario, e non si applica quanto previsto dal comma 743 della Legge di Bilancio 2020, che stabilisce:

“In presenza di più soggetti passivi con riferimento ad un medesimo immobile, ognuno è titolare di un’autonoma obbligazione tributaria e nell’applicazione dell’imposta si tiene conto degli elementi soggettivi ed oggettivi riferiti ad ogni singola quota di possesso, anche nei casi di applicazione delle esenzioni o agevolazioni.”

In sostanza, viene previsto che l’esenzione dal versamento IMU debba essere considerata in relazione ai requisiti oggettivi e soggettivi per ciascun proprietario, postilla che sembrava escludere dall’esenzione IMU sui terreni agricoli il comproprietario dell’area.

La risoluzione n. 2/DF/2020 del MEF ha tuttavia chiarito che il carattere oggettivo del terreno agricolo vale per tutti i comproprietari, in quanto la persistenza della destinazione del fondo a scopo agricolo impedisce lo sfruttamento edilizio dello stesso, condizione che quindi si applica sia al comproprietario coltivatore diretto che ad altri soggetti.

IMU terreni agricoli 2021, come fare il calcolo

Soffermiamoci ora sulle regole per il calcolo dell’IMU 2021 sui terreni agricoli.

Per calcolare l’IMU è necessario partire dalla base imponibile, alla quale bisognerà applicare l’aliquota stabilita dal Comune.

Il valore della base imponibile è costituito dal reddito dominicale rivalutato del 25 per cento e, poi, moltiplicato per 135.

L’aliquota ordinaria da applicare è dello 0,76 per cento e i Comuni possono aumentarla o diminuirla sino a 0,3 punti percentuali: l’aliquota, quindi, può oscillare da un minimo di 0,46 per cento ad un massimo di 1,06 per cento.

Nel calcolo dell’Imu per i terreni agricoli i due fattori da considerare sono i seguenti:

  • Reddito dominicale x 1,25 x 135;
  • Aliquota stabilita dal Comune di riferimento.

 

Per il versamento con modello F24 bisognerà consultare codici tributo ed istruzioni fornite dall’Agenzia delle Entrate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Data di pubblicazione: 10/06/2021

Fonte: Informazione fiscale

 

Dichiarazione dei redditi 2021, scadenza saldo e acconto delle imposte il 30 giugno.

Modello IRAP 2021: come indicare gli acconti non versati

con possibilità di differire il versamento e optare per la rateizzazione. Di seguito tutte le istruzioni per partite IVA, dipendenti e pensionati, in vista dell'appuntamento con IRPEF, IRES, IRAP e imposte sostitutive.

Dichiarazione dei redditi 2021scadenza alle porte per saldo e primo acconto delle imposte. L’appuntamento con il versamento di IRPEF, IRES, IRAP e imposte sostitutive è fissato al 30 giugno.

Non cambiano le regole relative al versamento delle imposte: la somma emersa dalla dichiarazione dei redditi 2021 potrà essere pagata anche mediante rateizzazione e con possibilità di optare per il differimento al 30 luglio, con maggiorazione dello 0,40 per cento.

L’appuntamento del 30 giugno 2021 è il primo da segnare in calendario. Per il versamento del secondo o unico acconto delle imposte sui redditi c’è invece tempo fino al 30 novembre 2021.

 

Scendiamo quindi nel dettaglio e vediamo di seguito le regole per il versamento di saldo e primo acconto delle imposte IRPEF, IRES e IRAP relative alla dichiarazione dei redditi 2021.

Dichiarazione dei redditi 2021: scadenza saldo e acconto IRPEF, IRES e IRAP e rateizzazione

Salvo proroghe, il 30 giugno 2021 è la scadenza per pagare il saldo e la prima rata di acconto IRPEF, IRES e IRAP se superiore ad un determinato importo.

Entro lo stesso termine è necessario versare il saldo e il primo acconto della cedolare secca e dell’imposta sostitutiva per i titolari di partita IVA in regime forfettario.

Le imposte emerse dalla dichiarazione dei redditi 2021 possono essere versate in un’unica soluzione o mediante rateizzazione utilizzando il modello F24.

Si ricorda inoltre che per chi presenta il modello 730 ed è dotato di sostituto d’imposta, l’importo dell’IRPEF o della cedolare secca dovuta è trattenuto in busta paga (o sulla pensione).

Prima di analizzare tutte le regole nel dettaglio, partiamo evidenziando quelle che sono le scadenze per pagare le imposte sui redditi.

Il pagamento avviene in due fasi e nel dettaglio:

  • entro il 30 giugno 2021 bisogna pagare il saldo più il primo acconto. È prevista la possibilità di differire il versamento entro i successivi 30 giorni (30 luglio 2021), versando una maggiorazione dello 0,40 per cento;
  • entro il 30 novembre 2021 si versa il secondo acconto.

L’acconto dell’IRPEF e dell’IRAP è dovuto se l’imposta dichiarata nel 2020 è superiore a 51,65 euro, ed è pari al 100 per cento.

Il versamento delle imposte sui redditi non è sempre suddiviso in due rate: se l’importo è inferiore a 257,52 euro, si effettua un unico versamento entro il 30 novembre.

Al contrario, se l’importo dovuto supera i 257,52 euro, il versamento è effettuato:

  • il primo acconto si paga entro il 30 giugno 2021, ed è pari al 40 per cento (50 per cento per i soggetti ISA);
  • il secondo acconto si paga entro il 30 novembre 2021, ed è pari al 60 per cento (50 per cento per i soggetti ISA).

Per quel che riguarda l’IRES, l’acconto si paga in un’unica soluzione entro il 30 novembre 2021 se l’importo dovuto non supera i 103 euro.

Dichiarazione dei redditi 2021: rateizzazione delle imposte per partite IVA, dipendenti e pensionati. Le scadenze

Il saldo e la prima rata di acconto delle imposte sui redditi 2021 possono essere versati in rate mensili, da completare entro il mese di novembre.

È confermata, inoltre, la possibilità di differire il pagamento entro i 30 giorni successivi, il 30 luglio 2021, pagando una maggiorazione dello 0,40 per cento.

Di seguito il calendario delle scadenze per chi opta per la rateizzazione:

  • Rateizzazione saldo e acconto imposte sui redditi 2021 per non titolari di partita IVA
RATA VERSAMENTO INTERESSI VERSAMENTO (*) INTERESSI
30 giugno 0,00 30 luglio 0,00
20 agosto 0,33 20 agosto 0,00
31 agosto 0,66 31 agosto 0,33
30 settembre 0,99 30 settembre 0,66
2 novembre 1,32 2 novembre 0,99
30 novembre 1,65 30 novembre 1,32

(*) In questo caso l’importo da rateizzare deve essere preventivamente maggiorato dello 0,40 per cento.

  • Rateizzazione saldo e acconto imposte sui redditi 2021 per titolari di partita IVA
RATA VERSAMENTO INTERESSI VERSAMENTO (*) INTERESSI
30 giugno 0,00 30 luglio 0,00
16 luglio 0,18 20 agosto 0,18
20 agosto 0,51 16 settembre 0,51
16 settembre 0,84 18 ottobre 0,84
18 ottobre 1,17 16 novembre 1,17
16 novembre 1,50 - -

(*) In questo caso l’importo da rateizzare deve essere preventivamente maggiorato dello 0,40 per cento.

Dichiarazione dei redditi: acconto della cedolare secca al 100 per cento dal 2021

La scadenza del 30 giugno 2021 chiama in causa anche chi applica la cedolare secca. L’imposta sostitutiva segue le stesse scadenze e modalità di versamento (acconto e saldo) dell’IRPEF.

Il 2021 segna il debutto di una novità di rilievo: a partire dall’anno in corso, l’acconto passa dal 95 al 100 per cento dell’imposta dovuta per l’anno precedente. Si tratta di una modifica introdotta dalla Legge di Bilancio 2020 che diventa ora operativa.

Si ricorda che l’acconto non si paga nel primo anno di esercizio dell’opzione per la cedolare secca, mancando la base imponibile di riferimento.

Inoltre, anche per la cedolare secca il versamento dell’acconto è dovuto se l’imposta dovuta per l’anno precedente supera i 51,65 euro, nelle seguenti modalità:

  • in un’unica soluzione, entro il 30 novembre, se l’importo è inferiore a 257,52 euro
  • in due rate, se l’importo è superiore a 257,52 euro:
    • la prima, pari al 40 per cento dell’acconto complessivamente dovuto, entro il 30 giugno
    • la seconda, il restante 60 per cento, entro il 30 novembre.

Le due rate di acconto sono di pari importo - al 50 per cento - per i contribuenti che esercitano attività per le quali sono approvati gli ISA, a prescindere dal fatto che li applichino o meno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Data di pubblicazione: 09/06/2021

Fonte: Informazione fiscale